MOST of Pioltello: proposte per la periferia di Milano

#note

da Il Giornale dell’Architettura

Quale periferia?

La periferia metropolitana privata multiculturale rappresenta oggi un tema di frontiera per gli studi e le politiche urbane, che mette a dura prova strumenti e approcci sperimentati negli ultimi decenni. Una condizione di perifericità rispetto alla quale l’assenza di un soggetto pubblico, proprietario o gestore, costituisce un fattore cruciale riguardo alla possibilità d’intraprendere concrete azioni di trasformazione. Il Quartiere satellite di Pioltello può essere considerato caso paradigmatico di questa periferia, segnata da aspetti sociali di marginalità, da un basso livello di coesione e dallo sviluppo di conflitti, ma anche da fenomeni di degrado fisico del patrimonio abitativo e dello spazio collettivo. Pioltello è il secondo comune con la più alta percentuale di stranieri in Lombardia e il primo in Italia tra i comuni della stessa classe demografica. I residenti di provenienza UE ed extra-UE sono raddoppiati negli ultimi dieci anni e provengono da più di cento paesi. Qui il 20% della popolazione è minorenne. Nel Quartiere satellite, in particolare, abitano (regolarmente) circa novemila persone in quasi duemila alloggi, edificati nei primi anni Sessanta in regime di edilizia privata. La proprietà è frazionata e diffusa e parte del patrimonio è oggi soggetto a procedimenti di pignoramento esecutivo, mentre le sue condizioni manutentive generali sono in alcuni casi critiche.

Prospettive

In situazioni simili, la natura molteplice e fortemente interrelata dei problemi richiede una strategia di rigenerazione urbana paziente, articolata su più fronti, definita rispetto a una prospettiva temporale non contratta, che consenta d’indagare in profondità condizioni e forme dell’abitare specifiche poste in essere da utenze e culture che abitano il quartiere con proiezioni e temporalità differenti. Si tratta di un lavoro sperimentale, incrementale e progressivo, in cui diverse azioni orientate alla rigenerazione fisica e sociale del quartiere possano essere messe alla prova rispetto ai loro esiti concreti, alla loro sostenibilità economica e sociale, nonché valutate rispetto alla loro replicabilità in altri ambiti della periferia metropolitana.

“MOST of Pioltello”: una ricerca attraverso il progetto

Selezionato nell’ambito della competizione di ricerca Polisocial Award 2017 promossa dal Politecnico di Milano come programma d’impegno e responsabilità sociale, “MOST of Pioltello. Migration Over the Satellite Town of Pioltello” si propone di definire un progetto pilota per la rigenerazione urbana della periferia metropolitana di Pioltello attraverso la sperimentazione di azioni innovative volte all’integrazione dei minori immigrati. In particolare, “MOST of Pioltello” promuove l’accompagnamento educativo attraverso il gioco e la progettazione di spazi urbani ad esso destinati; la formazione professionale e l’inserimento lavorativo dei giovani immigrati; l’attivazione di microeconomie basate sul recupero del patrimonio abitativo; l’innesco di processi manutentivi diffusi. In una fase iniziale, tuttora in corso, il progetto – che si concluderà nella primavera 2020 – dedica particolare attenzione all’indagine dei caratteri fisici e sociali del Quartiere satellite e all’individuazione di approcci possibili e pertinenti rispetto ai fenomeni e ai problemi più rilevanti. L’obiettivo fondamentale della ricerca riguarda la definizione sperimentale di un dispositivo d’intervento integrato per le politiche e i progetti urbani, concepito in relazione alla situazione specifica del Quartiere satellite, ma trasferibile ad altri contesti della periferia metropolitana privata multiculturale che la ricerca stessa si propone d’indagare e mappare nel contesto prevalente della Città Metropolitana di Milano.

Tra competenza e rappresentanza

La natura complessa dei problemi presenti nelle realtà della periferia metropolitana multiculturale e il carattere fortemente interrelato delle diverse dimensioni problematiche, fisiche e sociali, mettono oggi alla prova l’efficacia dei diversi approcci settoriali. Questi ultimi, laddove maturati entro campi disciplinari rigidamente delimitati, misurano i limiti delle strumentazioni concettuali e operative tradizionali, la pregnanza parziale dei propri sguardi rispetto all’oggetto, ovvero la limitatezza euristica e operativa dei propri campi di studio e di pratica. Analogamente, le istituzioni amministrative, culturali e di ricerca, sociali e assistenziali avvertono in queste difficili condizioni l’esigenza di una cooperazione che consenta di sperimentare azioni capaci di superare i confini dei singoli domini istituzionali. Competenze in azione ed esercizi di rappresentanza sono chiamati in questi casi a ricercare sintesi originali e impegnative, a condividere codici e forme d’azione, a definire obiettivi in modo articolato e condiviso e, in tutto ciò, a esercitare consapevolmente forme di apprendimento reciproco e contestuale. In questa prospettiva il progetto “MOST of Pioltello” vede l’impegno sostanziale, a partire dalla sua ideazione, di un gruppo di ricercatori appartenenti a diversi Atenei (Politecnico di Milano; Università degli Studi di Milano e Milano Bicocca; Università degli Studi di Siena) e Istituzioni (Città Metropolitana di Milano; Centro Studi PIM; Comune di Pioltello) attivi entro campi disciplinari e di studio molteplici quali l’urbanistica, le politiche urbane, l’architettura degli interni, la tecnologia dell’architettura, il social housing, la psicologia sociale, l’antropologia, la pedagogia e la ricerca sociale. Un dialogo tra discipline, saperi, pratiche di ricerca e professionali che richiede pazienza, disponibilità, apertura al confronto oltre i confini rassicuranti delle categorie concettuali note e degli strumenti operativi familiari. Un esercizio, per chi pratica il progetto (nelle sue diverse forme e declinazioni possibili), che apre all’incertezza (che ogni situazione ignota e sufficientemente complessa porta con sé), espone al fallimento (sempre possibile in condizioni di conflitto radicale), promuove innovazione (esito auspicato di ogni contaminazione autentica fra sguardi e saperi, competenze e responsabilità).

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